Scegli la Trasparenza, non il “greenwashing”

Le 4 Fragranze SUNNN sono Certificate Residuo Zero (leggi qui): è un motivo di orgoglio ma essere realmente certificati comporta anche – e soprattutto – una forte volontà di essere trasparenti nei confronti del mercato ed etici con i nostri partner e interlocutori. Ma non per tutti è così.
 
Verde. Bio. Naturale. Organico. Ecologico. Sostenibile.
 
Sono parole con cui ci confrontiamo costantemente: sui cartelloni pubblicitari, online e in tv. Sono pervasivi nella pubblicità e compaiono sui prodotti che vediamo sugli scaffali dei supermercati. Hanno grande presa sul consumatore (vedi la ricerca Sap), ma cosa significano veramente e in che modo le aziende li utilizzano per convincere i consumatori attenti all’ambiente ad acquistare i loro prodotti?
 
Il crescente interesse e l’aumento della cultura del pubblico ha portato a un’impennata delle affermazioni di questo tipo rendendo sempre più difficile per i consumatori distinguere tra buone pratiche ambientali e dichiarazioni fuorvianti, una pratica denominata greenwashing.
 
“Il denominatore comune di tutto il greenwashing è che sfrutta una zona grigia: è fuorviante, ma può essere vero” – secondo Peter Seele, professore di responsabilità sociale d’impresa ed etica d’impresa all’Università della Svizzera italiana in Svizzera. “Questa è la parte difficile del greenwashing e il motivo per cui le aziende la fanno franca”, dice.
 
Il greenwashing è dilagante nel marketing online, secondo uno studio dell’Unione Europea e delle autorità nazionali per la protezione dei consumatori. Ha riscontrato che molte affermazioni ambientali sui siti Web delle aziende sono esagerate, false… e potenzialmente illegali. In un’analisi dei commercianti online dello scorso anno, la Commissione UE ha valutato 344 “affermazioni apparentemente dubbie” e ha riscontrato che nel 42% dei casi le autorità nazionali avevano motivo di ritenere che l’affermazione fosse falsa, ingannevole o potenzialmente qualificabile come pratica commerciale sleale ai sensi delle norme dell’UE .
 
Il linguaggio vago è un comune segno rivelatore di greenwashing, dice Seele. I marchi useranno parole d’ordine vaghe come “verde”, “sostenibile” o “eco-friendly” per far sembrare la loro attività rispettosa dell’ambiente, ma senza giustificazione, “non significano molto di per sé”.
 
E’ per questo che abbiamo voluto prima certificare la validità del nostro prodotto, prima di dichiararla.
 

Fonti:
https://www.primaonline.it/2022/08/30/359847/chi-e-il-consumatore-sostenibile-attento-a-temi-sociali-ambiente-cibo-e/
https://quifinanza.it/green/greenwashing-cose-definizione/479086/